Nome dell'ordine
Fu lo stesso san Francesco a volere che i suoi frati fossero e si chiamassero "minori". Scrive il primo biografo: «Mentre si scrivevano nella Regola queste parole "Siano minori", appena l'ebbe udite esclamò: "voglio che questa fraternità sia chiamata Ordine dei frati minori"» Il nome venne ufficializzato nella Regola del 1223 e rimase proprio dell'Ordine fino all'affermarsi delle prime riforme che, per ovvia necessità, si distinguevano aggiungendo alla denominazione una sorta di proprium (osservanti, riformati, scalzi o alcantarini, recolletti).
Fu così inevitabile che anche al gruppo dal quale le riforme si staccavano, si attribuisse con l'andar del tempo una specificazione al nome. Tra i diversi che vennero utilizzati tra i secoli XIV e XV in seguito allo sviluppo della riforma osservante (Communitas Ordinis, fratres de claustro o claustrales, non de Observantia o non Reformati) prevalse un termine comunque già in uso nella seconda metà del secolo XIII: quello di Conventuales. Risale infatti a quel periodo la distinzione anche per i minoriti delle chiese alle quali venivano concessi diritti e privilegi delle chiese collegiate come, ad esempio, la celebrazione dei sacramenti, la predicazione e la sepoltura ecclesiastica.
Tale distinzione riguardò anche le abitazioni (i loca della Regola non bollata o domus in quella del 1223) che le Costituzioni narbonensi del 1260 distinsero in loca conventualia e loca non conventualia, differenziando i conventi di città (con le esigenze apostoliche che li caratterizzavano) dai romitori. Dai luoghi il termine venne contemporaneamente utilizzato per indicare i frati che vi abitavano e vi operavano: nel dicembre 1277 un lascito fu fatto a Perugia fratribus minoribus conventualibus de Campo Orti così come fratri conventuali sono chiamati quelli del sacro convento di Assisi in un testamento del 1317
Lo stesso Ordine nel 1259 fu detto e considerato conventuale da papa Alessandro IV che nella bolla Nimis iniuste identifica gli Ordines fratres e le liberates Ordinis con i fratres conventuales e le libertates da essi godute come loro prerogative. Una situazione che ha fatto dire a qualcuno che «dans le principe, les Mineurs étaient tous conventuels». La denominazione fratres minores conventuales divenne comunque ufficiale solo a partire dal 1517 per effetto della bolla Ite vos con la quale Leone X stabiliva la definitiva separazione degli osservanti con la costituzione di un ordine autonomo chiamato Fratres Minores sancti Francisci Regularis Observantiae al quale andò, insieme al sigillo dell'Ordine, il primato giuridico.
L'evoluzione del nome corrispose dunque a quella dell'Ordine: da un generico "conventuale", attribuito ad una chiesa o ad un convento, il termine passò ad indicare una particolare modalità di vivere l'ideale francescano, nell'incontro dei frati spesso con una realtà - quella delle grandi città italiane ed europee - «che chiedeva una vita religiosa più rispondente alle esigenze di studio e di apostolato cui la Chiesa li chiamava».
Storia dell'ordine e identità
L'Ordine dei Frati Minori Conventuali è uno dei tre ordini mendicanti maschili di diritto pontificio, che oggi costituiscono la famiglia francescana.
I religiosi di quest'ordine sono chiamati anche Minoriti (Minoriten nei paesi di lingua tedesca), Frati Grigi (Grey Friars nei paesi anglofoni) o Cordiglieri (Cordelier in francese).
Fin dalla sua fondazione l'Ordine, per volontà del Padre San Francesco, è una vera fraternità; i suoi membri, costituendo come fratelli un'unica famiglia, partecipano alla vita e alle opere della comunità secondo la condizione di ognuno. Tutti hanno uguali diritti e doveri. San Francesco volle che i suoi frati si chiamassero Frati Minori, perché "dal loro stesso nome" apprendessero "che erano venuti alla scuola di Cristo umile, per imparare l'umiltà". Sono riuniti in una fraternità allo scopo di favorire una maggiore devozione, una vita più ordinata, un ufficio divino più solenne, una migliore formazione dei candidati, lo studio della teologia e le altre opere di apostolato al servizio della Chiesa, e così estendere il regno di Cristo in tutta la terra sotto la guida dell'Immacolata. (cfr. Costituzioni dell'Ordine Tit. I, 1-4)
San Francesco d'Assisi con i suoi primi compagni si presenta a Papa Innocenzo III nel 1209, ottenendo un'approvazione orale della loro forma di vita evangelica. In forza di questo assenso (che permetteva ai penitenti di Assisi anche di predicare la penitenza), la fraternità si espande notevolmente fino a diventare la Religio dei Frati Minori di cui parla Francesco nelle ultime stesure della Regola. Solo più tardi, in seguito al Concilio Lateranense IV, papa Onorio III approva, con la bolla Solet annuere (29 novembre 1223), la Regola definitiva, in seguito detta bollata.
Nel 1274, alla morte del Ministro Generale san Bonaventura, nell'Ordine si andò sempre più approfondendo l'allontanamento fra la posizione dei "frati della comunità" (detti anche Conventuales, che privilegiano le presenze delle comunità nelle città per la predicazione del vangelo e il servizio ai poveri) e quella degli "zelanti" o "spirituali", dapprima, e più tardi degli Observantes (che professavano ideali di povertà assoluta e sottolineavano la dimensione eremitica e ascetica del francescanesimo).
All'inizio del XVI secolo, Papa Leone X, constatata l'impossibilità di far convivere sotto una stessa regola ed un medesimo governo gli Osservanti ed i Conventuali, con la bolla Ite vos (29 maggio 1517), fuse tutti i gruppi riformati nell'Ordine dei Frati Minori della Regolare Osservanza: gli altri andarono a costituire l'Ordine dei Frati Minori Conventuali, sotto la guida di un Maestro Generale. La separazione tra i due gruppi fu confermata anche da papa Leone XIII, che con la bolla Felicitate quadam (4 ottobre 1897) riorganizzò gli ordini francescani e decise di riunirli in tre ordini, ognuno dei quali ha il proprio Ministro Generale: Ordine dei Frati Minori; Ordine dei Frati Minori Conventuali; Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
Oggi i Frati Minori Conventuali vestono un abito nero - nei paesi in cui hanno subito le soppressioni del XIX secolo - con cappuccio e mozzetta-scapolare; mentre nelle terre di missione stanno cominciando a recuperare l'antico colore dell'abito francescano: grigio cinerino.
Continuano a custodire, tra l'altro, la Basilica di San Francesco ed il Sacro Convento di Assisi ed il loro principale centro di studi è la Facoltà Teologica di San Bonaventura, a Roma; tra i centri di formazione e di cultura ci sono anche, tra gli altri, l'Istituto Teologico Sant'Antonio Dottore di Padova.
La Curia Generalizia dell'Ordine ha sede a Roma, presso il Convento dei Santi XII Apostoli.
Al 1° gennaio 2011, l'Ordine contava 4.197 religiosi (dei quali 17 vescovi, 2.907 sacerdoti e 13 diaconi permanenti), e 664 case raggruppate in 35 province e 19 custodie: erano presenti in 66 nazioni (7 africane, 17 americane, 10 asiatiche, 31 europee ed in Australia).
La famiglia dei Frati Minori Conventuali si considera in continuità storica e spirituale l'originario Ordo Minorum fondato da san Francesco: si ispira quindi e si sente particolarmente legata a tutte le figure di santità che l'Ordine, ancora indiviso, ha potuto esprimere. Tra essi evidentemente giganteggia il fondatore, il Santo di Assisi.
Accanto a lui non si possono dimenticare quanti hanno avviato e dato slancio al Secondo e al Terzo Ordine: santa Chiara per le Clarisse e i santi Elisabetta d'Ungheria e Luigi IX di Francia per i laici, quello che oggi è chiamato Ordine Francescano Secolare (O.F.S.).
Tra i santi più significativi delle origini del francescanesimo e particolarmente legati alla tradizione conventuale non si può non menzionare: sant'Antonio di Padova, i protomartiri dell'Ordine Berardo e compagni, san Bonaventura da Bagnoregio, i beati Egidio d'Assisi, Tommaso da Celano, Luca Belludi da Padova, Giovanni Duns Scoto, Andrea Conti da Anagni, Odorico da Pordenone, Giacomo da Strepa, Angelo da Monteleone d'Orvieto. A seguito della divisione del 1517, non sono mancati santi, riconosciuti e venerati dalla Chiesa, anche come testimoni silenziosi e anonimi.
La Chiesa ha canonizzato nel XVIII secolo san Giuseppe da Copertino. In tempi più recenti Papa Giovanni Paolo II ha elevato agli onori degli altari san Massimiliano Kolbe e san Francesco Antonio Fasani.
Tra i beati ricordiamo: Bonvantura da Potenza, Raffaele Chylinski, Antonio Lucci, i martiri della Rivoluzione francese Jean-François Burté, Jean-Baptiste Triquerie, Nicola Savouret e Louis A. J. Adam, sette martiri polacchi e cinque martiri della Rivoluzione spagnola.
Con la professione dei 3 consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza i frati:
si consacrano a Dio in modo speciale, direttamente e totalmente;
si conformano maggiormente al genere di vita che Cristo Signore scelse per sé, e si uniscono in modo speciale alla Chiesa e alla sua missione salvifica;
accrescono il fervore della carità, progrediscono nella loro vita quali pellegrini e penitenti, rinunciano spontaneamente a beni di per sé molto apprezzabili, esprimendo in tal modo più pienamente la consacrazione battesimale.
La Regola o forma di vita dei Frati Minori, confermata da Onorio III e interpretata da altri Sommi Pontefici, è la legge fondamentale di tutto l'Ordine, alla quale i frati si ispirano e si conformano.
L'Ordine si divide in province, alle quali vengono affiliati i frati; le province sono formate da conventi o comunità, nelle quali i frati vengono collocati di famiglia. Ordinariamente le province insistono su un determinato territorio.
[dalle Costituzioni dell'Ordine]